Cenni storici
E’ inevitabile che i primi cenni storici del Thai siano legati a quelli del siamese.
Le prime immagini di questo gatto dalle punte colorate e dagli occhi azzurri le ritroviamo all’interno di un antichissimo manoscritto tutt’oggi conservato nella biblioteca nazionale di Bangkok : lo Smud Khoi o “libro dei poemi del gatto”.
Questo libro è una raccolta di immagini di gatti dell’epoca , tra quelli identificati come portafortuna troviamo il nostro amatissimo Siamese (Wichien-Maat).
La leggenda narra che fu il re del Siam a regalare al console Inglese Owen Gould due coppie di gatti siamesi , la cosa certa è che da sua sorella Lilian Gould Velvey partì una sorta di selezione e che per la prima volta nel 1885 il siamese venne presentato ad un’ esposizione felina al Crystal Palace di Londra dove venne descritto come un “incubo di gatto”.
Con il passare del tempo più che per l’aspetto estetico si cominciò ad apprezzare il fantastico carattere di questo gatto. Nel 1902 nasce il primo club di razza.
Negli Stati Uniti raggiunse il picco di popolarità intorno agli anni ’50/’60 grazie a film come “una strega in paradiso”, “operazione gatto”, “L’incredibile viaggio” e “Lilli e il Vagabondo”.
Fu proprio in questi anni che la selezione cominciò a prediligere soggetti più filiformi con caratteristiche più estreme (muso allungato, profilo dritto, orecchie grandi e laterali, stuttura filiforme etc…) che portarono lentamente alla completa variazione dello standard e all’identificazione del siamese con un gatto che nulla aveva a che vedere con i primi esemplari importati dal Siam.
Da quel momento la selezione del siamese prende due strade ben distinte.
Da una parte avevamo allevatori che prediligevano la selezione di soggetti con caratteristiche più estreme, dall’altra avevamo altrettanti appassionati allevatori che continuarono a preservare la morfologia naturale e ad allevare l’old style siamese.
Andando avanti con gli anni le differenze morfologiche e genealogiche divennero sempre più evidenti di conseguenza si sentì la necessita di dare una nuova identità a quei soggetti che non rispecchiavano più i canoni morfologici di standard , ma che ancora venivano tanto amati dal pubblico.
Quei gatti vennero chiamati Thai in onore della loro terra di origine la Thailandia.
La prima associazione a riconoscere il thai fu il WCF (1998), a seguito il LOOF(2002), la TICA (2007) e la FIfe (2016).
Ancora oggi moltissime associazioni non riconoscono la differenza tra siamese e Thai, in GCCF , associazione inglese per esempio.
Carattere
Ci vorrebbero ore per descrivere il meraviglioso carattere di questo gatto.
Il thai è un gatto dotato di un’intelligenza fuori dal comune; impara velocemente il riporto della pallina, ad aprire porte, cassetti, ante, rubinetti e se abituato da cucciolo passeggia tranquillamente al guinzaglio.
E’ un gatto molto attivo e se cresciuto con bambini ne diviene indiscusso compagno di giochi, mai aggressivo, all’attacco preferisce la fuga e spesso diventa remissivo, quindi è adatto solo a bimbi educati e rispettosi.
E’ un gran chiacchierone e assolutamente determinato : un thai sa sempre quello che desidera e sa sempre inventarsi la giusta tecnica per ottenerlo. Ha un miagolio decisamente tipico che utilizza in toni e modulazioni differenti in base a quello che vuole comunicare: adora intrattenere lunghi ed interessanti discorsi con il suo padrone!!!
Grazie alla sua fisionomia , snella ma muscolosa è capace di impressionanti balzi; adora osservare tutto dall’alto ed esplorare l’ambiente che lo circonda: è estremamente curioso, controllerà tutti i sacchetti della spesa, ogni angolo della dispensa , adorerà rubare dalla vostra borsa qualsiasi cosa, per il thai tutto diventa un gioco.
Adorano gli orsetti o topini che si lanciano da soli per aria, e impazziscono per i piumini. Sono delle piccole scimmiette reincarnate in un gatto.
La caratteristica più spiccata del thai è la Fedeltà. Una volta entrato in casa sceglie il suo “padrone” che diventa il centro indiscusso del suo mondo.
Da quel momento in poi lui farà veramente di tutto per dimostrare il proprio affetto, richiedendo continue coccole accompagnate da fusa rumorosissime.
Avendo poco sottopelo patisce un po’ il freddo quindi adora stare al caldo e nulla sarà più accogliente per lui che le gambe, il collo o un posticino appiccicato al suo umano.
Il thai ama la compagnia e se lasciato troppo solo, senza amici umani o felini con cui giocare, al vostro rientro avrà bisogno che vi dedichiate per un po’ esclusivamente a lui; e non abbiate paura, se vi dimenticherete sarà lui a ricordarvelo.
Adora le comodità, ma se può passare un po’ di tempo all’aperto ne è assolutamente felice.
Avere un Thai che gironzola per casa vuol dire avere una piccola ombra che vi segue ovunque: vi osserva mentre stirate i panni, mentre fate la doccia, mentre leggete un libro, mentre lavorate al computer.. insomma chi ha un thai non può assolutamente sentirsi solo.